LA FAMIGLIA LANCIA
Lancia. È l’arma con cui si sfidavano i cavalieri medievali. Perfetto come nome di un Brand che ha fatto dell’eleganza e delle sfide tecnologiche il suo cavallo di battaglia. Ma Lancia è il nome di una persona, Vincenzo Lancia: pioniere e sognatore dell’automobile, pilota, inventore, imprenditore. Vincenzo Lancia nasce il 24 agosto 1881 a Fobello, in Val Sesia, nelle montagne tra il Piemonte e la Svizzera.
Il padre, il cavalier Giuseppe Lancia, è proprietario di un’industria alimentare, e la famiglia vive negli agi dell’alta borghesia sabauda della Belle Époque, immaginando per il giovane Vincenzo un futuro da avvocato. Ogni autunno, i Lancia lasciano la villa di montagna e si trasferiscono nella residenza di città, a Torino, in Corso Vittorio Emanuele 9.
Nel cortile dell’elegante palazzo ottocentesco, c’è una bottega-officina di biciclette e piccole automobili: la “Fabbrica di Velocipedi e Vetture Automobili Giovanni Ceirano”. Ed è questa bottega nel cortile di casa che cambia la vita di Vincenzo Lancia. E la storia dell’automobile.
L'INCONTRO CON GIOVANNI CEIRANO
La bottega nel cortile di casa Lancia è gestita da Giovanni Ceirano, che ripara biciclette e ne produce con il nome anglofilo Welleyes. Strano nome esterofilo, per omaggiare la supremazia britannica nel campo meccanico. Nel 1898 Vincenzo Lancia entra nella ditta Ceirano, ufficialmente come contabile, ma in pratica come tuttofare dell’officina.
L’ultimo anno dell’Ottocento è un momento cruciale per la storia dell’automobile. Nel 1899 Ceirano inizia a produrre la vetturetta Welleyes, che ha un successo decisamente superiore alle aspettative, tanto che la piccola bottega artigianale non riesce a far fronte alle ordinazioni. Nello stesso anno Giovanni Agnelli fonda la Fabbrica Italiana Automobili Torino, e una delle prime decisioni dell’azienda è di acquisire gli impianti e i brevetti della Welleyes, che continua a essere prodotta con il nome di Fiat 3,5 HP. Il cavalier Giovanni Agnelli porta con sé il team della Ceirano: l’ingegner Aristide Faccioli, progettista della Welleyes, il pilota-collaudatore Felice Nazzaro e il giovane talento Vincenzo Lancia, che a diciannove anni viene assunto come capo collaudatore. Proprio Lancia e Nazzaro diventano i piloti ufficiali della Squadra Corse FIAT: Felice Nazzaro è un vero esteta del volante, dallo stile raffinato e pulito; Vincenzo Lancia ha una guida impetuosa e decisa che gli vale la fama di corridore più veloce dell’epoca. La sua prima gara è a Padova il 1° luglio 1900, e la vince al volante di una FIAT 6 HP; l’ultima volta che scende da un’auto da corsa - dopo venti vittorie assolute e di categoria - è nel 1910 a Modena, quando stabilisce il record del miglio a oltre 113 km/h di media, su una vettura che si chiama come lui. Lancia.
La sua capacità di sintesi dei problemi di natura meccanica e la sua conoscenza dell’autoveicolo sono sorprendenti anche per i meccanici esperti, che lo considerano un mago per la capacità di individuare e riparare i guasti delle rare autovetture o dei tricicli a motore. Un anno dopo l’ingresso di Vincenzo Lancia, Ceirano realizza la sua prima automobile, una vetturetta leggera chiamata Welleyes come le proprie biciclette. Anche questa è una svolta epocale.
1906: NASCE LA LANCIA
A venticinque anni, Vincenzo Lancia decide di unire la competenza che ha imparato da Ceirano e la visione industriale che ha assimilato alla FIAT con il suo sogno di visionario dell’automobile. Crea la Lancia & C. L’idea che lo anima è quella di costruire automobili capaci di cambiare radicalmente il concetto originale di “carrozza senza cavalli”, puntando decisamente sulle innovazioni meccaniche e tecnologiche. Il primo esemplare Lancia - senza nome e senza carrozzeria – esce dall’officina nel settembre 1907. E per farlo uscire è necessario demolire un pezzo di muro, perché è più largo della porta. Già questa prima Lancia è ricca di innovazioni. Telaio basso e leggero, trasmissione a cardano invece che a catene, più potente e veloce: 14 CV a 1450 giri, mentre i motori dell’epoca non superano i 1000 giri al minuto. Da questo prototipo nasce la prima Lancia ufficiale, chiamata Alfa, che inaugura la tradizione di usare come nome le lettere dell’alfabeto greco. Vengono costruiti 108 esemplari di questo modello con motore a 4 cilindri biblocco di 2543 cc, 28 CV a 1800 giri, che stupisce tutti per l’elevato regime, la leggerezza e la velocità.
ALL'AVANGUARDIA MONDIALE DELL'AUTOMOBILE
Intanto la Lancia si espande, e le sue auto vengono apprezzate anche all’estero, particolarmente in Inghilterra. Ogni nuovo modello Lancia è atteso da appassionati e concorrenti come la rivelazione di un nuovo sapere e l’apertura di nuove frontiere tecnologiche. Sotto la guida di Vincenzo Lancia nascono vetture leggendarie: la Theta del 1913, la prima auto europea con servizi elettrici per il motorino di avviamento, i fanali anteriori e posteriori, l’illuminazione interna e il clacson; la Kappa del 1919 con piantone dello sterzo a inclinazione variabile; la Lambda del 1922, prima vettura al mondo con sospensione anteriori indipendenti e carrozzeria a struttura portante; l’Astura del 1931, con gruppo motore montato in modo da eliminare le vibrazioni al telaio e quindi alla carrozzeria; l’Augusta del 1933, la prima automobile chiusa a scocca portante al mondo. Nel febbraio 1937, a soli 55 anni, Vincenzo Lancia muore, 9 giorni prima della nascita di quello che forse è il suo capolavoro supremo: l’Aprilia. Una Lancia che ha ridefinito l’automobile, con camere di scoppio emisferiche, sospensioni a 4 ruote indipendenti, freni posteriori montati all’uscita del propulsore invece che sulle ruote, carrozzeria aerodinamica a scocca portante. Tutti concetti che entreranno nella produzione di massa negli anni ’50-’60, e che Vincenzo Lancia aveva anticipato di decenni.
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