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lunedì 9 giugno 2014

JAGUAR XJ 13 - Il giaguaro che non corse mai - Disegno di Michael TURNER



Il progetto della Jaguar XJ13 vede la luce all’inizio degli anni Sessanta quando gli ingegneri della Casa britannica, reduce da cinque successi alla 24 Ore di Le Mans nel decennio precedente (1951, 1953, 1955, 1956 e 1957), decidono di creare un’erede della D-Type all’insaputa del fondatore dell’azienda William Lyons, contrario all’idea.
La vettura - ricca di alluminio (utlizzato per il telaio e la carrozzeria) - monta un motore 5.0 V12 da 502 CV. Questa unità - la prima a dodici cilindri del marchio inglese - verrà successivamente adottata (dopo opportune modifiche per l’utilizzo sui modelli di serie) sulla coupé E-Type e sull’ammiraglia XJ.

La costruzione della Jaguar XJ13 inizia nel 1966 ma numerosi ritardi nella progettazione impediscono alla vettura di prendere parte alla 24 Ore di Le Mans dell’anno successivo. Molti appassionati di motorsport dubitano, però, del livello di competitività di questo modello visto che in gara era presente la mostruosa Ford GT40, dotata di un possente propulsore 7.0 V8.

Il cambio di regolamento del 1968, che vieta la partecipazione a vetture con motori di cilindrata superiore a 3 litri a meno che non siano state prodotte in almeno 50 esemplari, rende la sportiva “british” inutilizzabile nelle gare.

La Jaguar XJ13 viene utilizzata negli anni Settanta come protagonista di spot pubblicitari per il lancio della E-Type ma durante una ripresa viene quasi distrutta in un incidente dovuto al distacco di una ruota. La vettura viene ricostruita nel 1973 con un nuovo motore, che subisce gravi danni poco dopo per via di un fuorigiri prolungato.

Il propulsore originale viene quindi rimontato ma non mancano altri danni: nel 2004 durante un’operazione di scarico da un camion la XJ13 urta contro un marciapiede danneggiando il basamento del motore e il modello attualmente presente nel museo di Gaydon è frutto di un profondo restauro da parte della Casa britannica.


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