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domenica 13 aprile 2014

1967 Italia - MASERATI Ghibli Coupè - Carrozzeria GHIA Designer Giorgetto GIUGIARO

Nata sotto la supervisione dell'Ing. Alfieri dal progetto siglato internamente Tipo AM115, la Ghibli venne presentata nello stand Ghia al Salone di Torino del 1966; il nome, come era consuetudine per le Maserati dell'epoca, è quello di un vento: in questo caso il Ghibli, secco scirocco libico. I primi esemplari furono prodotti nel marzo del 1967. La Ghibli prima maniera aveva un motore V8 di 4,7 litri di cilindrata e 330 CV, alimentato da quattro carburatori. Per arrivare ai 100 km/h da fermo bastavano circa 6,8 secondi; la velocità massima invece era di 270 km/h. Il cambio poteva essere manuale a cinque marce oppure automatico a tre rapporti. Una particolarità riguarda il serbatoio (da 100 litri), diviso in due metà: si poteva scegliere a quale dei due serbatoi far alimentare il motore. Come equipaggiamenti, la Ghibli disponeva di fari a scomparsa, sedili sportivi in pelle e ruote in lega.
Nel 1969 venne presentata la Ghibli Spider. La versione a tetto aperto è rara: appena 125 esemplari, contro i 1149 esemplari di coupé. Col passare del tempo, le Ghibli Spider si sono "moltiplicate": diverse coupé vennero trasformate, tagliando il tetto.
Al Salone dell’Automobile di Torino 1970 debuttò la Ghibli ristilizzata con fari anteriori, plancia e poggiatesta lievemente modificati.
Lo stesso anno entrò in produzione la Ghibli SS (Tipo AM115/49), spinta da un nuovo V8 a carter secco di 4,9 litri e 335 CV che le consentiva di raggiungere i 280 km/h. Oltre a queste elevate prestazioni la SS offriva anche dotazioni di lusso: montava infatti di serie piantone dello sterzo regolabile, bloccasterzo, sellerie in pelle, finestrini oscurati con alzacristalli elettrici, sedili reclinabili con poggiatesta, lunotto posteriore con sbrinatore, orologio sulla plancia e aria condizionata. Venticinque infine furono gli esemplari della rara Ghibli Spider SS prodotti, molto ricercata dai collezionisti.


Disegnata da Giorgetto Giugiaro per la Ghia e caratterizzata dal suo frontale basso e affilato, fu molto apprezzata, tanto da vendere più delle rivali dirette: la Ferrari Daytona e la Lamborghini Miura.
Giugiaro stesso la descrisse così:
« Uno straordinario cofano particolarmente lungo e piatto, una calandra a tutta larghezza, fari a scomparsa, un parabrezza fortemente angolato, ampie luci di posizione che terminavano in un segmento verticale e fiancate estremamente pulite nonostante la linea della vettura risultasse molto mossa. Il posteriore era piuttosto alto, per motivi sia aerodinamici che funzionali. »
(Giorgetto Giugiaro)






















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